Villa Pisani

Le ville del Palladio.

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Villa Thiene – Quinto Vicentino

 

Ho scelto una fotografia in bianco e nero perché intanto ci permette di vedere la purezza della struttura muraria e ci fa rendere conto che ci troviamo davanti ad un edificio diverso.
Abbiamo abbandonato le ville con il fornice e loggiato a filo di muratura, rientrante o aggettante e siamo passati ad una fronte di villa realizzata come fosse un pronao, ma con gli intercolumni pieni.
Rispetto alla villa precedente, abbiamo aggiunto una facciata diversa che presenta come fattore innovativo il basamento interrotto per inserire i semipilastri, che non partono più da un basamento a se’ stante, ma rompono, si inseriscono, si sovrappongono al basamento di tutta la costruzione.

 

Altra novità: i semipilastri sono binati, vanno a ritmo di due.
Ancora: usa l’ordine dorico, che non abbiamo mai visto, il più rustico tra gli ordini poi inserisce i triglifi, ma senza intervallarli con teste di bue oppure con le metope. Il nostro timpano con oculo centrale affiancato da aperture rettangolari.
Salta all’occhio che tra gli intercolumni di sinistra, in alto sotto il tetto avrebbe dovuto esserci una metopa, cioè una scultura, che avrebbe dovuto poi ripetersi nella parte opposta. Si notano anche i fori in facciata. Questa villa era dei nobili Thiene, l’unica famiglia a Vicenza che si sarebbe potuta permettere di edificare così con la stessa grandezza, come potevano fare i Pisani.
Questi erano allora i buchi in cui avrebbero dovuto essere poste le graffe che avrebbero dovuto sostenete le lastre di pietra di Vicenza, quelle di marmo con cui avrebbe dovuta essere ricoperta tutta la facciata.
Ma succede che il Thiene di allora si sposa l’unica figlia del feudatario di Vignola–Maranello. Il feudo che la donna porta in dote è talmente ricco e vasto da fargli decidere che è più conveniente abbandonare gli interessi e la cura delle campagne vicentine al suo mezzadro di fiducia e trasferirsi in Emilia per controllare direttamente i feudi della moglie.
Questo è il motivo per cui la villa non viene completata ed il palazzo, sede della Banca po-polare Vicentina non viene completato, perché doveva essere abbattuta la facciata su Contrà Porti dei Lombardo, di periodo quattrocentesco, e sostituita con una di periodo cinquecentesco, così come da disegno presentato.
Allora la villa non viene completata e ci rimangono perciò queste due facciate solo ed esclusivamente perché l’erede decide che conviene andare a curare gli interessi in Emilia. .
 

Facciata principale, facciata posteriore.
E’ il municipio di Quinto e vediamo che da questa parte si era cominciato a coprire la facciata con lastre di pietra ma che poi non si è proceduto. E’ rimasto solo questo frammento a documentare così come si sarebbe dovuto presentare la villa se fosse stata finita.
E vedete che rispetto alla facciata ci sono delle novità: in primo luogo non c’è più l’abbinamento dei semipilastri; in secondo luogo, il nucleo centrale, gli intercolumni centrali vengono aperti a creare una loggia al piano superiore cosa che noi dobbiamo immaginate in origine, non chiusa da vetri, quindi estremamente aerea, pronta a dialogare con la luce e la campagna circostante.



 

Grandissima luce proveniva anche dalla finestra termale posta a coronamento nella zona che in facciata corrisponde al timpano. Le finestre sono inserite a spigolo vivo ed anche qui pre-senta dei normalissimi capitelli di ordine dorico. Abbiamo quindi finalmente cambiato facciata. E qui abbiamo già due modelli presentabili al pubblico straniero che studierà Palladio. Sarebbe bastato che Palladio costruisse la Rotonda per lasciare un’eredità? Forse sì, perché è tanto emblematica da essere copiata dappertutto; ma sarebbe stata un’eredità abbastanza sterile perché un unico, seppur geniale, monumento. Invece qui abbiamo più proposte che partono sempre da un modulo centrale, perché abbiamo un salone centrale di solito passante, facciata principale - facciata posteriore, ed un numero corrispondente di stanze a destra e sinistra.Quindi Palladio non si svincola mai da un modello ideale, però le soluzioni proposte sono varie e diverse.
Vedete che torna il motivo della fornice in facciata.
Incominciamo a vedere bene il dilatarsi delle barchesse laterali, quindi questa costruzione tipicamente veneta, tipicamente palladiana che non troviamo assolutamente in centro-Italia perché le ville nella nostra realtà nascono come ville estive, come luogo di svago estivo, ma debbono ottemperare anche l’esigenza del padrone, di verifica delle attività agricole che si svolgono sui suoi fondi.


 

Ci si è resi conto che con la presa di Costantinopoli da parte dei Turchi le vie commerciali incominciano ad essere meno redditizie, che le fonti di guadagno non sono più solo ed esclusivamente le vie di mare, ma come dicono i nostri “ promoters “, bisogna diversificare.
Il nostro giardinetto finanziario va diversificato. Allora commerci sì, ma anche campagna, perché la campagna nessuno ce la porta via, non arriva un turco a bloccarci le vie commerciali!
Allora deve essere altrettanto nobile la costruzione destinata agli annessi rustici, a quelle attività della campagna, che possono essere vicine alla villa, perchè funzionali anche per il buon andamento della casa.

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